Guida completa al corretto smaltimento degli oli esausti

Gli oli esausti rappresentano una categoria di rifiuti speciali che richiede un trattamento e uno smaltimento specifico per evitare gravi conseguenze per la salute umana e per l'ambiente.
In questa guida esploreremo in modo approfondito cosa sono gli oli esausti, le loro diverse tipologie, le caratteristiche che li contraddistinguono e i rischi associati a uno smaltimento improprio.
Tratteremo anche gli aspetti normativi che regolamentano la gestione degli oli esausti in Italia, con un focus sulle soluzioni progettate e fornite da Ecoplast 2000 per facilitare una raccolta sicura e il successivo smaltimento di questa particolare classe di rifiuti.
In questo approfondimento
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Azione inquinante degli oli esausti: perché gli oli rappresentano rifiuti speciali pericolosi?
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Rifiuti oleosi inquinanti: le diverse tipologie di oli esausti
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Pericoli connessi con uno scorretto smaltimento degli oli esausti
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Leggi e normative italiane che regolamentano lo smaltimento degli oli alimentari e industriali
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La selezione dei prodotti Ecoplast 2000 per la raccolta degli oli esausti
Oli esausti: quali rifiuti rientrano in questa categoria?
Gli oli esausti sono una categoria di rifiuti liquidi che comprende sostanze residuali provenienti da varie fonti, sia industriali che domestiche.
Tra le tipologie più comuni troviamo gli oli motore (prodotti di scarto legati agli autoveicoli ma non solo), i residui di olio da cucina (ad esempio quelli derivanti dalla frittura degli alimenti) e gli oli industriali esausti (categoria più generica al cui interno rientrano tutti i rifiuti oleosi scarto di processi industriali). Questi oli, se smaltiti senza le dovute attenzioni, possono causare danni ambientali ingenti, inquinando suolo e falde acquifere, con ripercussioni gravi e durevoli nel tempo.
Azione inquinante degli oli esausti: perché gli oli rappresentano rifiuti speciali pericolosi?
Quali sono le caratteristiche di questa particolare categoria di sostanze che le rendono tanto deleterie per l’ambiente e, di conseguenza, per la salute umana?
Gli oli esausti:
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sono poco o del tutto non biodegradabili.
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Possono formare uno strato impermeabile sulla superficie delle raccolte di acqua, alterandone i processi di ossigenazione, riscaldamento e raffreddamento e, di conseguenza, causando gravi danni agli ecosistemi acquatici.
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Possono contaminare le falde acquifere, rendendo l' acqua non potabile, e provocare gravi danni ai depuratori, imponendo complessi e dispendiosi interventi di manutenzione per il ripristino della piena funzionalità di questi impianti.
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Una volta raggiunto il terreno e infiltrato sia gli strati più superficiali che quelli più profondi possono impoverire il suolo bloccando la proliferazione dei microorganismi necessari alle piante e determinando una conseguente riduzione della fertilità della terra.
Rifiuti oleosi inquinanti: le diverse tipologie di oli esausti
Gli oli esausti possono essere suddivisi in diverse categorie in base alla loro origine e composizione.
Le tipologie più comuni di scarto oleoso includono:
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olio motore esausto. Questo tipo di olio è di fatto un sottoprodotto della lubrificazione dei motori delle automobili e delle macchine industriali.
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Olio da cucina usato. Si tratta dei residui di olio vegetale utilizzato per la cottura degli alimenti in cucina, tra cui naturalmente l’olio per friggere e, più in generale, tutti i composti grassi aggiunti alle pietanze per la cottura.
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Oli industriali esausti. Si tratta degli oli impiegati nel corso dei processi industriali, come gli oli idraulici o quelli utilizzati nell’ambito di macchinari complessi, in genere come mezzo di trasmissione di forze e pressioni ma anche come sostanze ad azione lubrificante.
A seconda della tipologia di olio esausto considerato, varia il potenziale impatto inquinante di un suo rilascio incontrollato nell’ambiente, così come le precauzioni che è necessario adottare nelle fasi di stoccaggio e smaltimento.
Caratteristiche chimiche e fisiche degli oli esausti
Gli oli esausti sono sostanze complesse e la loro composizione chimica varia in base all'origine e anche al tipo di utilizzo.
Di norma, la composizione chimica di un qualunque olio esausto vede la presenza, in percentuali variabili, delle seguenti componenti:
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oli base. Gli oli esausti contengono naturalmente l'olio base originale. L’olio di partenza può essere sintetico o minerale e la sua tipologia influenza in modo diretto le proprietà chimiche del composto esausto. Ad esempio, gli oli esausti derivati da motori diesel contengono oli base formulati per sopportare le elevate temperature e le pressioni presenti in tali motori, caratteristica che le differenzia in modo netto da altri composti affini.
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Idrocarburi alifatici e aromatici. Gli oli esausti contengono una vasta gamma di idrocarburi, sia alifatici che aromatici. Questi composti sono responsabili della viscosità degli oli e delle loro proprietà lubrificanti. Gli idrocarburi aromatici, come il benzene e il toluene, sono spesso presenti in oli esausti derivati da motori a combustione interna e possono essere particolarmente dannosi per la salute umana e l'ambiente.
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Additivi. I prodotti a base di oli, specie se a uso industriale, possono contenere una serie di additivi chimici che migliorano le prestazioni dell'olio nel suo utilizzo originale. Questi additivi possono includere agenti antiusura, detergenti, dispersanti, antiossidanti e numerosi altri agenti chimici. Tipicamente, durante l’uso gli additivi vanno incontro a processi di degradazione, spesso portando allo sviluppo di derivati tossici e/o inquinanti.
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Impurità. Gli oli possono contenere impurità provenienti dall'ambiente in cui sono stati utilizzati. Rientrano tra le impurità potenzialmente presenti negli oli di scarto polveri, sporco, acqua e metalli pesanti. I metalli pesanti, come il piombo, il cadmio e il nichel, sono spesso presenti in concentrazioni importanti negli oli derivanti da motori a combustione interna, per via dell'usura e del trasferimento dalle parti metalliche.
Per una visione più chiara delle caratteristiche chimiche dei vari composti presenti all’interno degli oli esausti è possibile fare riferimento alla seguente tabella riassuntiva:
Componente chimico |
Origine |
Funzione |
Idrocarburi alifatici |
Olio base |
Fornire viscosità e proprietà lubrificanti |
Idrocarburi aromatici |
Combustione interna |
Contribuire alla viscosità e al potere lubrificante; possono essere inquinanti e/o cancerogeni |
Oli base |
Olio base originale |
Determinare le caratteristiche chimiche dell'olio esausto |
Additivi |
Aggiunti durante la produzione |
Migliorare le prestazioni dell'olio di base |
Impurità |
Ambienti di utilizzo |
Contaminanti estranei, come polvere, sporco, acqua e metalli pesanti |
Smaltimento olio esausto normativa:
pericoli connessi con uno scorretto smaltimento degli oli esausti
Lo smaltimento inappropriato degli oli esausti può comportare rischi significativi per l'ambiente e la salute umana. È fondamentale promuovere la raccolta differenziata degli oli esausti per mitigare questi rischi.
In Italia, la gestione degli oli esausti è regolamentata da leggi specifiche, tra cui il decreto legislativo 152/2006, che stabilisce i criteri ambientali minimi per la gestione degli oli minerali usati.
Leggi e normative italiane che regolamentano lo smaltimento degli oli alimentari e industriali:
smaltimento olio esausto normativa
L'Italia ha adottato una serie di leggi e normative volte a regolare la gestione degli oli esausti per preservare l'ambiente e la salute pubblica. Tra le leggi più rilevanti troviamo:
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Decreto legislativo 152/2006: questo decreto stabilisce le linee guide e i parametri di riferimento per la valutazione del rischio ambientale rappresentato dagli oli di scarto, fornendo in aggiunta indicazioni specifiche per quanto riguarda il ciclo di vita di tali sostanze e le procedure per il loro smaltimento in sicurezza.
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Regolamento REACH: questo regolamento europeo impone obblighi specifici per la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche. Gli oli esausti possono contenere all'interno della loro composizione sostanze soggette a regolamentazione ai sensi del REACH in percentuali variabili, a seconda della tipologia di composto oleoso considerato e dell'uso al quale viene destinato.
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Norme tecniche UNI: le norme tecniche UNI stabiliscono standard e linee guida per la gestione degli oli esausti in conformità con la legislazione italiana ed europea. In particolare, la norma Uni/PdR 50 ("Oli e grassi vegetali ed animali esausti — Linee guida per il processo di raccolta, recupero e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti per la produzione di biocarburanti, energia elettrica in cogenerazione ed oleochimica") definisce in modo approfondito le corrette modalità di recupero, conservazione e smaltimento degli oli vegetali e animali, con la finalità di rimettere questi materiali nel flusso economico sottoforma di biocarburanti e/o di energia elettrica od oleochimica.
Il corretto processo di smaltimento degli oli esausti
Per smaltire correttamente gli oli esausti è necessario seguire una serie di passaggi ben definiti, basati in modo fedele sulle linee guida indicate dalla normativa smaltimento olio esausto.
Ecoplast 2000 offre una vasta gamma di prodotti progettati per semplificare questo processo, al fine di garantire una raccolta sicura ed efficiente degli oli esausti.
Scopri i contenitori per oli esausti
Step #1: l’uso dei contenitori per lo stoccaggio e lo smaltimento degli scarti oleosi
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Utilizzare contenitori specifici per la raccolta degli oli esausti, come i contenitori per rifiuti speciali Ecoplast 2000.
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Assicurarsi che i contenitori siano realizzati con materiali resistenti all'azione degli oli per evitare perdite.
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Etichettare i contenitori in conformità con le normative per l'identificazione del rifiuto.
Step #2: il corretto protocollo di smaltimento degli oli di scarto
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Separare gli oli esausti da altri rifiuti per evitare contaminazioni e mix di composti che complicano il recupero o la degradazione dei composti oleosi.
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Consegnare gli oli esausti ad aziende raccoglitrici autorizzate, come quelle iscritte al Conoe.
Step #3: la destinazione finale degli oli esausti
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Gli oli esausti raccolti vengono sottoposti a trattamenti specifici, che possono includere la rigenerazione , la combustione controllata o la termodistruzione.
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Il riciclo consente di ridurre l'inquinamento e di recuperare risorse utili, come avviene nel caso dei lubrificanti di origine vegetale per macchine agricole e del biodiesel.
La selezione dei prodotti Ecoplast 2000 per la raccolta degli oli esausti
Ecoplast 2000 offre una vasta gamma di prodotti specifici per la raccolta e lo smaltimento degli oli esausti.
Tra gli articoli in catalogo, disponibili per la richiesta di preventivi per la fornitura, figurano contenitori, fusti e bidoni realizzati in vari materiali e studiati per massimizzarne la resistenza e la tenuta nel tempo. L'offerta comprende serbatoi di vari formati, dimensioni e capienze, dotati di indicatori, sistemi a doppia camera per offrire maggiore protezione nei confronti di perdite e sversamenti accidentali e altri meccanismi che agevolano le attività degli operatori garantendone allo stesso tempo l'incolumità.
La proposta Ecoplast 2000 comprende anche speciali kit personalizzabili per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti all'interno di officine meccaniche e attività similari, nonché vasche di sicurezza di medie e grandi dimensioni per lo stoccaggio dei contenitori riempiti di oli esausti industriali o alimentari.
Tra i principali prodotti disponibili rientrano:
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Serbatoi per raccolta olio esausto generico
I serbatoi per raccolta dell'olio esausto generico sono versatili e adatti a un'ampia varietà di composti oleosi. Disponibili in diverse capacità, sono dotati di doppio serbatoio per una maggiore sicurezza e anche in questo caso progettati e realizzati in conformità con le normative che regolamentano lo smaltimento di questi rifiuti.
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Kit di sicurezza per contenimento sversamenti accidentali
Kit pronti all’uso contenenti panni realizzati in materiale idrofobico, in grado di assorbire oli, idrocarburi e composti derivati e di contenerne la propagazione in caso di incidenti e fuoriuscite incontrollate, sia sul terreno che in acqua. Approvati dal Ministero dell’Ambiente questi kit sono completi di sacchi ADR per lo smaltimento dei rifiuti contaminati e di DPI per la tutela degli operatori.
I kit sono disponibili in vari formati, con una capacità di assorbimento complessiva incrementale.
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Kit smaltimento rifiuti contaminati per officine
Kit componibile e personalizzabile composto da vasche di sicurezza con formati e capacità variabile e contenitori per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti contaminati da oli esausti e altri composti inquinanti studiati per rispondere alle esigenze di officine, elettrauto, carrozzerie e centri di revisione. Contenitori e fusti rispettano le normative di riferimento e possono essere impiegati per stoccare in sicurezza imballaggi, stracci, carta, filtri, componenti meccaniche e ogni altro materiale venuto a contatto con oli o altre sostanze pericolose.
Per approfondire: l'evoluzione delle norme smaltimento oli esausti in Italia
Nel corso degli anni, l'Italia ha affrontato un'evoluzione significativa delle normative relative allo smaltimento degli oli esausti al fine di promuovere una gestione più sicura ed ecocompatibile di queste sostanze dall’elevato potenziale inquinante
Queste norme hanno rivestito nel tempo un ruolo cruciale nella promozione delle corrette pratiche per la raccolta, lo stoccaggio e il successivo smaltimento degli oli esausti, sia industriali che alimentari.
Il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 95
Negli anni '90, il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 95, rappresentò una pietra miliare nella normativa italiana per la tutela dell’ambiente e il corretto smaltimento dei rifiuti oleosi inquinanti.
All’interno del decreto venivano sanciti alcuni punti chiave relative alle procedure per lo stoccaggio e la rigenerazione degli oli. La normativa ridefiniva il concetto di "raccolta" e imponeva nuovi obblighi alle attività industriali responsabili della produzione di scarti oleosi in quantitativi superiori ai 300 litri l’anno.
Il Decreto Ministeriale 16 maggio 1996, n. 392
Nel 1996 viene introdotto il Decreto Ministeriale 16 maggio 1996, n. 392, che contribuisce a chiarire in modo ulteriore obblighi e responsabilità delle aziende in relazione al tema dello smaltimento degli oli.
Questo decreto richiedeva che gli impianti di stoccaggio di oli esausti presso i detentori con capacità superiore a 500 litri dovessero presentare accorgimenti e meccanismi di sicurezza specifici, come dettagliato all’interno dell’allegato C del decreto.
Il Decreto Ministeriale 29 gennaio 2007
Il Decreto Ministeriale 29 gennaio 2007 entra in vigore sostituendo il precedente DM 392/1996. Il nuovo decreto si occupava di individuare e fornire indicazioni circa le migliori pratiche per il corretto smaltimento di tutti i rifiuti, inclusi anche quelli pericolosi e inquinanti come gli oli esausti generati dalle attività antropiche.
Rispetto al passato, il focus si spostava ulteriormente sullo studio e sull'applicazione di soluzioni mirate non solo ad una raccolta effettuata in sicurezza e nel rispetto dell'ambiente, ma anche alla definizione di pratiche che consentissero di avviare gli scarti raccolti verso percorsi di riciclo o di comunque di definitivo smaltimento a ridotto impatto ecologico.
Esempi di serbatoi, fusti e contenitori per oli industriali dal catalogo Ecoplast 2000
Contenitori per la raccolta degli oli esausti:
specifiche tecniche e meccanismi di sicurezza
I contenitori progettati per lo stoccaggio in sicurezza degli oli esausti – industriali e non solo – presentano una serie di accorgimenti tecnici studiati per minimizzare il rischio di fuoriuscite e sversamenti accidentali.
Di norma questi contenitori sono realizzati in polietilene stabilizzato UV, caratteristica che ne aumenta la resistenza all’azione degli agenti atmosferici, presentano forma cilindrica con fondo piano e si compongono di due scompartimenti: una vasca interna a diretto contatto con l’olio esausto e una esterna, con funzione di contenimento.
Nella parte superiore, i contenitori per la raccolta degli oli esausti Ecoplast 2000 sono equipaggiati con un ampio boccaporto completato da un pratico cestello scola filtri.
In prossimità del vano per l’aggiunta e la rimozione dell’olio è collocato anche un indicatore che riporta il livello di riempimento dello scompartimento interno
e una spia che si attiva in caso di sversamento di liquidi nella vasca esterna di contenimento.
Vasche di sicurezza per oli esausti:
caratteristiche e normative di riferimento
Le vasche di sicurezza sono speciali contenitori progettati per stoccare fusti e bidoni destinati alla raccolta di sostanze inquinanti come gli oli esausti. La loro funzione, come suggerisce il nome stesso, è quella di prevenire eventuali fuoriuscite di materiale, andando così a proteggere superfici, terreni e, in ultima analisi, anche falde acquifere dal rischio di contaminazione.
Caratteristica comune a tutte le vasche di sicurezza è la scelta di formati e strutture progettate per massimizzare resistenza e tenuta. Nel caso degli oli esausti, la soluzione più indicata è rappresentata dalle vasche in acciaio zincato o in acciaio inossidabile, resistenti non solo all’aggressione da parte di agenti chimici ma anche al pericolo rappresentato dallo stoccaggio di materiali infiammabili.
Il DL 27 gennaio 1992 n. 95 e le altre norme successive che regolamentano la conservazione in sicurezza dei composti ad alto potenziale inquinanti impone il rispetto di standard molto specifici per la scelta delle dimensioni delle vasche di sicurezza. Più nello specifico il calcolo della capacità deve prendere in considerazioni il volume del contenitori di dimensioni maggiori stoccato ed essere pari ad almeno 1/3 della quantità totale di olio esausto conservato al suo interno.
Rietrano tra i prodotti utili per ottimizzare e rendere più sicure le attività di stoccaggio e di trasporto degli oli industraili o alimentari anche articoli quali le transenne in plastica, necessari per delimitare le aree a rischio di sversamento nel corso delle delicate fasi di travaso dei composti di scarto, e i carrelli metallici roll container, che consentono di movimentare in modo sicuro e veloce quantità importanti di sostanze oleose di scarto.
Per approfondire: lo smaltimento degli oli esausti a Roma e nel Lazio
Nel Lazio, con particolare riferimento a Roma, il problema dello smaltimento degli oli esausti negli ultimi anni è stato al centro delle attenzioni delle istituzioni, attive nel contenimento del problema anche attraverso l'istituzione di programmi volti a promuovere la raccolta differenziata, a prevenire lo sversamento incontrollato di questi rifiuti e a mitigare i rischi dell'inquinamento ambientale.
Un esempio significativo di queste iniziative è il programma di raccolta degli oli vegetali e di origine animale esausti realizzato in collaborazione tra AMA (Azienda Municipale Ambiente) e Conoe (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli esausti).
I servizi di raccolta dedicata per gli oli alimentari esausti
Gli oli vegetali utilizzati in cucina, come ad esempio per le fritture, le emulsioni, i condimenti e le conserve alimentari, possono essere consegnati dai singoli cittadini in appositi contenitori distribuiti sul territorio cittadino , presso sedi scolastiche, sedi municipali e aree allestite ad hoc, come i vari centri di raccolta AMA ufficiali.
Questa iniziativa si pone come obiettivo l'avvio di un ciclo virtuoso di recupero degli oli esausti , incentrato su filiere come quella della sintesi di biocarburanti, di glicerine per la produzione di saponi e di altri composti di recupero, abbattendo il rischio di contaminazione e di inquinamento causato dallo sversamento negli scarichi domestici e allo stesso tempo trasformando gli scarti in nuove risorse.
Un problema ambientale da affrontare con responsabilità
Un solo chilogrammo di olio vegetale esausto è in grado di inquinare una superficie d'acqua equivalente a un chilometro quadrato.
Questo dato evidenzia con chiarezza l'importanza cruciale di gestire correttamente gli oli esausti e di prevenire l'inquinamento delle risorse idriche e dell'ambiente in generale, pena il rischio di compromettere in modo irreparabile ecosistemi acquatici e terrestri del territorio laziale (e naturalmente anche nazionale).
Un impegno esteso a tutta la città
Negli scorsi anni, l'iniziativa di raccolta degli oli vegetali esausti è stata avviata in parallelo a una campagna di comunicazione denominata "RaccOlio". Questa mirava a sensibilizzare la cittadinanza capitolina e i gestori di attività commerciali diffondendo una maggiore consapevolezza dell'importanza di una attenta gestione del ciclo di smaltimento dei composti oleosi.
Una collaborazione per un futuro sostenibile
L'iniziativa RaccOlio è stata parte di un più ampio accordo stretto tra AMA e Conoe, che si poneva l'obiettivo di estendere la raccolta degli oli vegetali esausti dai privati, e non solo, a tutta la Città Metropolitana di Roma Capitale.
Questo approccio capillare alla raccolta e al riciclo degli oli esausti si è reso sempre più vitale, dal momento che i consumi e gli scarti prodotti da comuni cittadini , attività di ristorazione , strutture ricettive , officine e altre imprese commerciali contribuiscono ancora oggi in modo importante alla diffusione di questa classe di inquinanti nell'ambiente, paradossalmente provocando danni più difficili da misurare e controllare se confrontati con quelle delle attività industriali (dove regolamenti e controlli sulla gestione degli scarti oleosi vengono applicati in genere con estremo rigore).
Coinvolgere tutta la comunità
Roma e il Lazio portano avanti la complessa missione dell'attuazione di misure significative per affrontare il problema dello smaltimento degli oli esausti, in primis attraverso la promozione di vari progetti ed eventi per la diffusione della raccolta differenziata e il riciclo e per la sensibilizzazione dei cittadini circa l'importanza di questi temi. La collaborazione tra le istituzioni, le autorità locali, le aziende, gli enti di formazione e la comunità rappresenta la chiave per garantire un ambiente sano, sostenibile e produttivo per le future generazioni.
Come smaltire correttamente gli oli esausti: in sintesi
Lo smaltimento corretto degli oli esausti è fondamentale per prevenire danni all'ambiente e proteggere la salute pubblica.
Con l'ausilio di prodotti specifici come quelli proposti all'interno dei cataloghi Ecoplast 2000 e la totale aderenza alle normative attualmente vigenti sul suolo nazionale ed europeo è possibile contribuire a un ambiente più pulito e sicuro nel rispetto della legge.
Fonti scientifiche
1. Study to support the Commission in gathering structured information and defining of reporting obligations on waste oils and other hazardous waste
2. Italy Still Rerefines Close to Half of Waste Oil
3. Distribution of used lubricating oil waste in Italy from 2012 to 2021, by treatment